COMUNICATO STAMPA
ARTECONOMY: L’ARTE SENZA ARTISTA IN MENO DI DUE ANNI VENDE 30 OPERE
ARTECONOMY: L’ARTE SENZA ARTISTA IN MENO DI DUE ANNI VENDE 30 OPERE
Era il 25 novembre 2016 quando all’interno della galleria d’arte contemporanea Five Gallery è stato presentato il progetto Arteconomy “art without the artist”. Oggi, a due anni dalla sua nascita la Galleria celebra la vendita dei primi trenta numeri di Continuity, la serie rappresentativa di opere che mirano a denunciare l’eccessivo peso dell’economia sull’arte. L’idea lanciata da Arteconomy dell’arte senza artista si conferma precursore di alcune delle tendenze che ultimamente hanno affollato il panorama artistico internazionale.
Lugano, 22/11/2018. Sono trascorsi due anni da quando la galleria d’arte Five Gallery di Lugano presentò “Arteconomy: art without the artist”, un’innovativa corrente di pensiero artistica che ha da subito riscosso grande interesse da parte del pubblico. I concetti di Arteconomy hanno anticipato alcune delle tendenze che oggi animano il panorama artistico, dalla recente autodistruzione dell’opera proposta dal guru della streetart Bansky per manifestare il suo disprezzo verso il mercato dell’arte, al recente “Ritratto di Edmond Belamy”, quadro creato da una intelligenza artificiale che mette in discussione l’importanza della figura dell’artista.
Il movimento Arteconomy critica infatti la realtà artistico-economica odierna eliminando l’artista e sostituendolo, in maniera paradossale, con dei processi economici così da enfatizzare il ruolo prevaricante della finanza all’interno dell’arte. Oggi, nella galleria d’arte contemporanea luganese Five Gallery, è in vendita Continuity numero 31 al prezzo di 3500chf. Considerando che il prezzo stabilito per il Continuity n.1 era di 500 chf, il successo di queste opere è la prova che un’idea nata come una semplice provocazione sia ormai diventata un movimento artistico a tutti gli effetti.
Ma come funziona Arteconomy?
Arteconomy propone l’eliminazione dell’artista tramite la genesi del tutto casuale delle sue opere. Ad esempio, i quadri della serie Continuity prima espressione del movimento Arteconomy sono composti unicamente da fibra di carbonio incorniciata. Il tessuto utilizzato viene selezionato direttamente da un operaio che lavora all’interno della fabbrica produttrice, all’oscuro di come venga impiegato in seguito il materiale da lui scelto. Attraverso questo processo di realizzazione casuale si può affermare che dietro alla creazione del quadro non vi è alcun artista.
Inoltre, le opere che fanno parte di Arteconomy funzionano come vere e proprie performance economiche utilizzando due tecniche innovative, quella del (Con)Dividendo Emozionale e quella dell’Emozione Incrementale, che trasformano l’opera d’arte in uno strumento finanziario artistico e enfatizzando così il ruolo di totale protagonismo dell’economia. Infatti, ogni quadro della serie Continuity è valorizzato in maniera esponenziale aumentando il proprio valore di 100chf per ogni nuovo pezzo (Emozione Incrementale, che viene devoluto in beneficenza) e il 10% del ricavo derivante dalla vendita di ogni opera viene distribuito ai collezionisti in maniera diretta come accade in una società per azioni ((Con)Dividendo Emozionale) *. Il modello Arteconomy sfida il mercato dell’arte costringendolo ad ammettere quanta poca trasparenza sia insita all’interno di questo mondo, ormai in stretta relazione con la finanza.
*La prossima distribuzione dei (Con)Dividendi è prevista per il martedì 4 dicembre 2018.
Lugano, 22/11/2018. Sono trascorsi due anni da quando la galleria d’arte Five Gallery di Lugano presentò “Arteconomy: art without the artist”, un’innovativa corrente di pensiero artistica che ha da subito riscosso grande interesse da parte del pubblico. I concetti di Arteconomy hanno anticipato alcune delle tendenze che oggi animano il panorama artistico, dalla recente autodistruzione dell’opera proposta dal guru della streetart Bansky per manifestare il suo disprezzo verso il mercato dell’arte, al recente “Ritratto di Edmond Belamy”, quadro creato da una intelligenza artificiale che mette in discussione l’importanza della figura dell’artista.
Il movimento Arteconomy critica infatti la realtà artistico-economica odierna eliminando l’artista e sostituendolo, in maniera paradossale, con dei processi economici così da enfatizzare il ruolo prevaricante della finanza all’interno dell’arte. Oggi, nella galleria d’arte contemporanea luganese Five Gallery, è in vendita Continuity numero 31 al prezzo di 3500chf. Considerando che il prezzo stabilito per il Continuity n.1 era di 500 chf, il successo di queste opere è la prova che un’idea nata come una semplice provocazione sia ormai diventata un movimento artistico a tutti gli effetti.
Ma come funziona Arteconomy?
Arteconomy propone l’eliminazione dell’artista tramite la genesi del tutto casuale delle sue opere. Ad esempio, i quadri della serie Continuity prima espressione del movimento Arteconomy sono composti unicamente da fibra di carbonio incorniciata. Il tessuto utilizzato viene selezionato direttamente da un operaio che lavora all’interno della fabbrica produttrice, all’oscuro di come venga impiegato in seguito il materiale da lui scelto. Attraverso questo processo di realizzazione casuale si può affermare che dietro alla creazione del quadro non vi è alcun artista.
Inoltre, le opere che fanno parte di Arteconomy funzionano come vere e proprie performance economiche utilizzando due tecniche innovative, quella del (Con)Dividendo Emozionale e quella dell’Emozione Incrementale, che trasformano l’opera d’arte in uno strumento finanziario artistico e enfatizzando così il ruolo di totale protagonismo dell’economia. Infatti, ogni quadro della serie Continuity è valorizzato in maniera esponenziale aumentando il proprio valore di 100chf per ogni nuovo pezzo (Emozione Incrementale, che viene devoluto in beneficenza) e il 10% del ricavo derivante dalla vendita di ogni opera viene distribuito ai collezionisti in maniera diretta come accade in una società per azioni ((Con)Dividendo Emozionale) *. Il modello Arteconomy sfida il mercato dell’arte costringendolo ad ammettere quanta poca trasparenza sia insita all’interno di questo mondo, ormai in stretta relazione con la finanza.
*La prossima distribuzione dei (Con)Dividendi è prevista per il martedì 4 dicembre 2018.