COMUNICATO STAMPA
Nasce Arteconomy, il binomio tra arte ed economia
Nasce Arteconomy, il binomio tra arte ed economia
Arte ed economia? Due mondi inseparabili. È su questo concetto che nasce, all’interno della galleria d’arte “Five Gallery” a Lugano (Svizzera), un nuovo movimento artistico chiamato Arteconomy. L’unione tra arte e finanza è una rivoluzione che mette da parte il ruolo dell’artista.
Lugano, 20.12.2016 – Riferirsi all’arte utilizzando termini e concetti del mondo finanziario: in questo modo Arteconomy, movimento nato a Lugano dall’imprenditore Igor Rucci, rivoluziona il mondo artistico esaltandone la componente finanziaria. Arteconomy elimina infatti, in modo provocatorio, la figura dell’artista, sostituito dalle logiche dell’economia. La prima espressione esemplare di Arteconomy è la serie “Continuity”, un insieme di opere numerate progressivamente composte da un taglio di fibra di carbonio riciclata mediante un processo industriale innovativo, creando una prima interrelazione tra economia reale e arte. Alla serie Continuity si affiancano due neologismi che spiegano la filosofia di Arteconomy: l’“Emozione incrementale" e il "Condividendo emozionale".
L’”emozione incrementale” rappresenta l’emozione che ogni collezionista prova al momento dell’acquisto di un’opera, che incrementerà costantemente il suo prezzo di 100 chf per ogni esemplare venduto. A questo si aggiunge il “condividendo emozionale”, una distribuzione del 10% del prezzo netto incassato dalla vendita di ogni nuovo quadro fra tutti gli acquirenti precedenti, in modo da creare per la prima volta un rendimento effettivo e non estetico proveniente da un’opera.
“Arteconomy è trasparente, in aperta contrapposizione con buona parte dei meccanismi alla base del mercato dell’arte, perciò è possibile acquistare i pezzi del ciclo Continuity solo in progressione aritmetica. Solo così l’arte non diventa un bene capriccioso e pronto a piegarsi al volere di pochi privilegiati” spiega Andrea B. Del Guercio, direttore artistico di Five Gallery e storico dell’arte contemporanea. Con Arteconomy cambiano così le regole dell’arte, che ormai può vivere senza l’artista.
Lugano, 20.12.2016 – Riferirsi all’arte utilizzando termini e concetti del mondo finanziario: in questo modo Arteconomy, movimento nato a Lugano dall’imprenditore Igor Rucci, rivoluziona il mondo artistico esaltandone la componente finanziaria. Arteconomy elimina infatti, in modo provocatorio, la figura dell’artista, sostituito dalle logiche dell’economia. La prima espressione esemplare di Arteconomy è la serie “Continuity”, un insieme di opere numerate progressivamente composte da un taglio di fibra di carbonio riciclata mediante un processo industriale innovativo, creando una prima interrelazione tra economia reale e arte. Alla serie Continuity si affiancano due neologismi che spiegano la filosofia di Arteconomy: l’“Emozione incrementale" e il "Condividendo emozionale".
L’”emozione incrementale” rappresenta l’emozione che ogni collezionista prova al momento dell’acquisto di un’opera, che incrementerà costantemente il suo prezzo di 100 chf per ogni esemplare venduto. A questo si aggiunge il “condividendo emozionale”, una distribuzione del 10% del prezzo netto incassato dalla vendita di ogni nuovo quadro fra tutti gli acquirenti precedenti, in modo da creare per la prima volta un rendimento effettivo e non estetico proveniente da un’opera.
“Arteconomy è trasparente, in aperta contrapposizione con buona parte dei meccanismi alla base del mercato dell’arte, perciò è possibile acquistare i pezzi del ciclo Continuity solo in progressione aritmetica. Solo così l’arte non diventa un bene capriccioso e pronto a piegarsi al volere di pochi privilegiati” spiega Andrea B. Del Guercio, direttore artistico di Five Gallery e storico dell’arte contemporanea. Con Arteconomy cambiano così le regole dell’arte, che ormai può vivere senza l’artista.